Vastità e Irrilevanza

Come quando mi dicono che ci sono più galassie nell’universo che granelli di sabbia sulla terra e mi sento infinitesimo e evanescente fino a farmi girare la testa, ma anche grato verso qualcosa o qualcuno per l’incomprensibile fortuna di esserci, in quel granello.

La stessa sensazione mi sovrasta mentre alla stazione di Chandigarh osservo questo fiume in piena di persone (metafora abusata, ma quantomai calzante). Una moltitudine la cui vastità mi spiazza, serenamente ignara di chi siano Pitagora e Gesù Cristo, che legge le tensioni geopolitiche, per noi così totalizzanti, in trafiletti nell’ultima pagina dei giornali, che vive la vita e la morte secondo altri principi e con altre ambizioni, per cui la lingua è solo l’hindu e lo sport solo il cricket. Una società a sua volta infinitamente multiforme e diversa al suo interno, le cui sfumature sono invisibili ai miei occhi.

L’unica consolazione è l’irrilevanza, mi disse un saggio. Ma ovviamente quello che conta a Delhi o a Ouagadougou non è di per sè più rilevante dell’ultima story dei Ferragnez. Tutti insieme e ognun per sé a portare il proprio invisibile contributo alla grande irrilevanza planetaria, ciascuno nell’autoillusione fragilissima che il proprio mondo sia semplicemente il mondo. Un’ovvietà, questa sì, rilevante.

Lascia un commento