Questo brutto brutto clima e le colpe di noi fighetti del social

Qualche settimana fa abbiamo aperto a Catania un centro diurno dedicato ai minori stranieri non accompagnati. Il giorno dell’inaugurazione alcune testate hanno riportato la notizia, e i commenti sui social sono stati quasi esclusivamente insulti. Nessuna sorpresa, coi tempi che corrono. Nelle settimane precedenti all’inaugurazione però, avevo fatto un giro nel quartiere con i miei colleghi per annunciare agli abitanti l’apertura del centro, spiegare cosa ci faremo e chi lo frequenterà, farci conoscere e provare a creare rapporti di buon vicinato. Memore del tenore dei commenti che leggo sui social ultimamente, ero preparato al peggio. Avevo elaborato tutte le possibili risposte a quelli che, sicuramente, ci avrebbero detto: che dovremmo occuparci prima degli italiani, che non possiamo accogliere tutti, che non sono razzisti ma non se ne può più, che complottiamo per la sostituzione etnica, che siamo amici di Soros, degli scafisti e dei molestatori… insomma, tutto l’armamentario. E’ successo invece che non solo ne siamo usciti illesi, ma nessun vicino ci ha insultato, ed abbiamo anzi ricevuto diversi complimenti, incoraggiamenti e disponibilità a collaborare.

Non posso certo dedurre da questo esempio specifico che il clima di intolleranza e xenofobia in Italia sia solo una falsa impressione, magari. Il brutto clima c’è, è reale, peggiora col tempo e mi preoccupa molto. Ma questa discrepanza tra esperienza social ed esperienza sociale mi ha fatto pensare che sui social network le opinioni più becere, semplicistiche, razziste e violente siano largamente sovra-esposte, emergano molto di più di quanto non siano effettivamente rappresentate nel paese. Il popolo del web non è una copia fedele del popolo italiano, ma una bruttissima copia, talmente brutta che riesce ad imbruttire pure l’originale.

Credo che questo avvenga perché i razzisti, gli ottusi, gli intolleranti (li chiameremo, per semplicità, i Cattivi) non esitano a vomitare il loro pensiero sulla tastiera appena ce n’è l’occasione. Non costa niente: Ctrl+C, Ctrl+V a ripetizione, e saranno in migliaia a leggere il pensiero sgrammaticato e maiuscolo di un imbecille che vorrebbe bruciare tutti i negri come quando c’era LVI. L’imbecille non si cruccerà sull’apparire imbecille a chi legge i suoi commenti. Non lo farà perché, appunto, è imbecille. Vedendo tutto questo vomito sulla propria bacheca, altri che hanno già un po’ di nausea si sentiranno parte di una bella compagnia, e prenderanno il coraggio per vomitare a loro volta, provocando uno schifoso effetto valanga di vomito.

Mentre noi che capiamo la complessità delle migrazioni, che amiamo il mescolamento di culture, che restiamo umani nell’incontro con il diverso (ci chiameremo, per semplicità, i Buoni) ce ne restiamo schisci e rinunciamo a rispondere adeguatamente a questa massa di vomitanti. Ci rinunciamo per presunzione, pigrizia e vanità. Non essendo imbecilli (?) siamo estremamente cauti su tutto quello che pubblichiamo, e ci mancherebbe, ne va della nostra reputazione social! Dopo anni di acute e profonde riflessioni, dopo centinaia di mi piace per l’originalità dei nostri post, dopo aver guadagnato la stima incondizionata di tutta la nostra bella bolla blu, possiamo forse abbassarci a scrivere commenti banali, ingenui, magari ripetuti più volte, rischiando di apparire dei sempliciotti ai nostri amici che li dovessero leggere? Quanti di noi si scomodano a commentare le notizie sugli sbarchi con un “Benvenuti fratelli”, le bugie di Salvini con un “E’ falso”, o a scrivere “Bravo” sotto ad un buon post che riceve insulti? Io no di certo, io centellino, io quando scrivo lo faccio per bene!

E quindi noi Buoni siamo tutti così fighi sui social, mentre i Cattivi sono pure imbecilli, sbagliano l’ortografia e noi ce la spassiamo a prenderli in giro. Ma la nostra spocchia non è senza conseguenze. Può non piacerci, ma è sui social che si formano e si radicano le opinioni, spesso per imitazione e per adesione cieca alla linea della maggioranza. E’ sui social che l’opinione dei singoli si fa opinione pubblica, e l’opinione pubblica si fa consenso elettorale. E’ (anche) sui social che si crea quel brutto brutto clima. Ma noi, dopo aver abbandonato la piazza vera per noia e disincanto, stiamo abbandonando anche quella virtuale, lasciando che siano gli altri a dettare legge e a fare massa critica. Se per ogni Cattivo che commenta “A casa loro!” ci fosse un Buono che si degnasse di scrivere “Benvenuti in Italia!”, siamo sicuri che il clima sul web (e quindi nel paese) sarebbe brutto come lo percepiamo ora?

Ho deciso che da oggi provo a fregarmene della mia reputazione social. Combatto la mia spocchia per essere più presente commentando, polemizzando, ripetendo a pappagallo, semplificando. Scendo dal piedistallo e torno in piazza a fare caciara.

Ma così ti abbassi al loro livello! Esatto.

Lascia un commento