Prime impressioni

Incalzato da bea inizio la mia piccola e umilissima operazione condivisione di quello che sto provando e vedendo qui. Riassumere è dura, perciò userò il vecchio trucco delle parole chiave:

DEJA-VU: l’aria di qui (copertone bruciato-carne alla griglia-mobili vecchi) mi sovrasta sulla scaletta dell’aereo.
GASTRONOMIA: mangio riso e frattaglie con le mani, e me lo godo come caviale e foie-gras.
BUTTA BENE: feste in discoteca con 3 preservativi allegati al biglietto d’ingresso.
EQUILIBRIO: quelli di quell’etnia sarebbero i nostri schiavi, ma per berci una birra insieme vanno benissimo.
SICUREZZA: possono esserci ragni grandi come palle da bowling là fuori, ma sei al sicuro finché c’è una zanzariera.
FASHION: la sera c’è una bell’aria fresca, a boromo i ragazzi girano con piumino e cappello di lana.
NORD-EUROPA: cassa di previdenza sociale, campagne per la salute, venditori che per darti il resto inseguono l’autobus con alberi di banane sulla testa.

ANIMALI: i leoni sono a Superquark. In compenso pecore, maiali, asini, cani, gatti, galline e mucche di ogni forma e dimensione, dappertutto.
RITUALITA’: i saluti durano almeno 5 minuti. Ca va? E la famiglia? E la mattinata? E il tuo viaggio? (tutto tranne “e il lavoro”).
ORGOGLIO NAZIONALE: Sì, la decadenza di Berlusconi è arrivata anche alla radio di qui. Non che se la siano cagata molto, comunque.
NEO-MELODICI: durante i concerti, il pubblico sale sul palco e, in segno di apprezzamento, lascia delle banconote al cantante. Lui fa finta di disinteressarsene, ma c’è qualcuno che le raccoglie per lui.
BUTTA MALE: qualcuno, invece delle banconote, lascia al cantante i preservativi che gli hanno dato all’ingresso.
INELUTTABILE: alla fine, ovunque nel mondo, i giovani ascoltano musica di merda.
CAUSA-EFFETTO: qualcuno ride. Cosa c’è da ridere? Tutti ridono. Io rido.
CELO: birra, pane, peperoncino, spaghetti, spiedini, champions league, pizza, acqua, tranquillità, polvere.
MANCA: vino, caffè, formaggio, elettricità, cuscino, profumo.
INTERROGATIVI: “Ma c’è tanta povertà dove sei tu?” Lasciami prima il tempo riformulare il concetto.

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